
Se si è alla ricerca di un nuovo smartphone dotato di sistema operativo Android di fascia media, potrebbe essere interessante prendere in considerazione lo ZTE Blade V8, caratterizzato da un display da 5.2 pollici. Presentato insieme con il Blade V8 Pro in occasione del CES 2017 che si è svolto a Las Vegas, non è altro che una versione meno costosa di quel prodotto, con il quale – tuttavia – condivide la peculiarità più importante, vale a dire la fotocamera posteriore doppia, anche se in questo caso si ha a che fare con una dotazione hardware e con una risoluzione dei sensori inferiori. Per il momento non è stato ancora reso noto il prezzo del dispositivo, ma tutto lascia pensare che sarà piuttosto accessibile.
Ma come è fatto lo ZTE Blade V8? La scheda tecnica mette in risalto il telaio in alluminio e un vetro di tipo 2.5 D, lievemente curvo in corrispondenza dei lati, che protegge il display da 5.2 pollici con risoluzione di 1920 x 1080 pixel full HD. Per quel che riguarda la dotazione hardware, invece, vale la pena di segnalare la memoria flash da 16 giga, la Ram da 2 giga e il processore octa core Snapdragon 435.
Cosa attendersi dallo ZTE Blade V8
Il produttore cinese metterà a disposizione lo ZTE Blade V8 in una doppia versione: una con 16 giga di memoria flash e 2 giga di Ram e l’altra con 32 giga di memoria flash e 3 giga di Ram. Il massimo della versatilità, insomma, per andare incontro alle esigenze più diverse, mentre la connettività sarà assicurata da LTE, GPS, Bluetooth e chip Wifi. Per quanto concerne la sicurezza, invece, merita di essere segnalato il lettore di impronte digitali nascosto dal tasto Home.
In totale, quindi, questo smartphone disporrà di tre fotocamere: per le due posteriori si è optato per sensori da 2 e da 13 megapixel, mentre per quella anteriore si è scelta una risoluzione da 13 megapixel. Chi ha la passione della fotografia, ovviamente senza alcuna velleità professionale, può – quindi – sbizzarrirsi come meglio crede grazie a questo device, che permette anche di realizzare immagini con effetto bokeh, oltre che di intervenire sulla messa a fuoco dopo che le foto sono state già scattate. Non solo: la capacità di rilevare la profondità e la distanza fa sì che si possa fruire di immagini ottenute con angolature differenti, che poi vengono messe insieme e trasformate in immagini 3D.